In vista del prossimo DPCM, e delle eventuali ulteriori misure restrittive, Antonio Maisto, Presidente di Assoverde, scrive al Presidente del Consiglio, con il fine di evidenziare le ripercussioni ambientali, che verrebbero a determinarsi a seguito di una interruzione del codice Ateco 81.30 – “cura e manutenzione del verde”.
Ripercussioni in termini ambientali e di degrado urbano, determinate dalla brusca interruzione dell’attività e, soprattutto, del ciclo regolare, sistematico e continuativo che la caratterizza, con conseguenze importanti sulle condizioni igienico-sanitarie sia delle aree pubbliche che di quelle private, ed impatti significativi anche sulle patologie respiratorie legate a fattori allergenici. Le criticità andrebbero ben oltre il periodo più o meno circoscritto del lockdown, risultando poi difficilmente recuperabili in tempi brevi, sia dalle Amministrazioni che dagli Operatori del settore privato. E’ con tali motivazioni che, durante il primo lockdown, le stesse Amministrazioni e gli operatori del settore hanno sostenuto il carattere “essenziale” dell’attività di cura e manutenzione del verde, la cui interruzione a marzo, seppure tra le più circoscritte (riaperta subito dopo Pasqua tra quelle consentite), ha comunque inciso, oltre che per gli ingenti costi e le energie impegnate nella ripresa, sullo stato di benessere e sulla qualità del patrimonio arboreo, di cui ancora oggi si osservano le conseguenze, anche in termini di sicurezza e pubblica incolumità.
Ripercussioni sulla salute e sull’equilibrio psico-fisico delle persone, dato il valore che gli spazi verdi all’aperto rivestono, sia nelle aree pubbliche (parchi, giardini, itinerari ciclo-pedonali, ecc.) che in quelle private (cortili attrezzati, giardini privati, terrazze e giardini pensili), con tutto il potenziale che tali spazi assumono soprattutto oggi, in condizioni di limitata mobilità, e in generale per lo stato di salute e di equilibrio psico-fisico dei bambini – in particolare dei soggetti interessati da disturbi dello spettro autistico o da altre patologie – degli anziani, ecc. Ragioni per le quali, oltre l’attuale condizione di emergenza, dovremo ripensare complessivamente allo sviluppo delle nostre Città e al valore che le aree verdi, la natura, gli alberi rivestono, rispetto alle molteplici funzioni climatiche, ambientali, sanitarie, estetiche, educative e didattiche che il verde svolge. In questa direzione volge la più volte sollecitata istanza di Assoverde per il rafforzamento e la valorizzazione del Bonus verde.
Già durante la precedente esperienza di marzo erano state rappresentate le condizioni di totale sicurezza in cui si espleta l’attività di cura e manutenzione del verde, con tutte le necessarie misure (distanza di sicurezza, mascherine, in spazi aperti, ecc.) che, già nell’ordinario, caratterizzano l’attività del giardiniere (a prescindere dall’emergenza Covid); misure sulla base delle quali, era stata richiesta ed ottenuta nel mese di aprile l’anticipata riapertura delle attività di cui all’Ateco 81.30.
A fronte di tutto ciò, Antonio Maisto, in rappresentanza del settore, torna a chiedere al Presidente del Consiglio – nella piena consapevolezza della gravissima situazione in cui versa il Paese – di tenerne conto, permettendo che l’attività degli operatori del verde possa continuare. Tale scelta consentirebbe, tra l’altro, di evitare l’ulteriore aggravio per il Governo di far fronte anche al nostro settore che – con tutti i limiti, le difficoltà e le precarietà del momento – potrebbe continuare ad autosostenersi, sostenendo a sua volta migliaia di dipendenti e famiglie che gravitano intorno ad esso.