In risposta ai grandi temi del cambiamento climatico, dissesto idrogeologico, inquinamento ambientale, risparmio energetico, qualità e salubrità delle aree urbane, sono sempre più forti le sollecitazioni volte a mitigare gli impatti, ricostruire equilibri eco-sistemici, salvaguardare le bio-diversità.

In questa direzione trovano spazio le riforestazioni degli ambienti naturali; le grandi opere dell’ingegneria naturalistica; le “infrastrutture verdi”, pianificate e gestite a salvaguardia dei valori paesaggistico-ambientali; le realizzazioni, in area urbana, di “tetti verdi”, “verde verticale”, “forestazioni urbane”.

Sono modelli orientati a sviluppare, nel senso più ampio, un’economia verde, dove la qualità dell’ambiente assume valore economico e, a fronte dei costi sociali determinati da interventi impattanti, trovano spazio investimenti mirati a premiare i livelli di sostenibilità dei processi di produzione.

Rispetto alle molteplici funzioni – ecologiche e ambientali, igieniche e sanitarie, protettive e di consolidamento, sociali e ricreative, culturali e didattiche, estetiche e architettoniche – il settore del verde assume oggi piena centralità ed enormi potenzialità nei differenti campi:

URBANISTICA E RIQUALIFICAZIONE

Dove il verde diviene risorsa strategica per connettere, valorizzare, riqualificare parti di città, con le ulteriori connotazioni di qualità ambientale, salubrità e vivibilità degli spazi urbani; nell’ambito di politiche volte ad evitare ulteriore consumo di suolo, attraverso il recupero e la rivitalizzazione delle aree degradate e la riqualificazione degli spazi pubblici già presenti sul territorio. Dalla concezione del verde come strumento democratico al servizio della città si passa alla continuità del verde come variabile strutturale del progetto urbano.

EDILIZIA E ARCHITETTURA

Come elemento strutturale, nella realizzazione dei fabbricati, nella connotazione degli spazi esterni, e come elemento compositivo, nella valorizzazione di condomini e all’interno delle abitazioni, verso la realizzazione di rivoluzionari ecosistemi abitativi – la città-vegetale – dove l’architettura è inseparabile dalla natura: tetti verdi, giardini pensili, giardini verticali, loggiati, terrazze e facciate ricoperte di piante.  

VILLE E GIARDINI STORICI

Tutelati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (Art 136 punto b) e a livello internazionale dalla Carta di Firenze del 1981, “espressione dello stretto rapporto tra civiltà e natura, luogo di piacere, adatto alla meditazione e al sogno” (Art. 5), i giardini storici rimangono a testimonianza di una cultura, di uno stile, di un’epoca, oltre che dell’originalità del loro creatore.

GIARDINI PRIVATI

Il termine giardino deriva da sanscrito paradesha o paese supremo, da cui derivò in italiano il termine “paradiso”. In epoche arcaiche il simbolo del giardino rappresentava l’insieme dell’aldilà dei beati. Nella cultura orientale, diviene elemento di riflessione sull’armonia tra natura ed uomo. 

VERDE SPORTIVO

L’ulteriore settore di applicazione del verde è nella realizzazione degli impianti sportivi, nella inscindibile complementarietà tra sport e natura e nella importante integrazione di tali impianti nel tessuto sociale e culturale delle Comunità.

ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO

Per determinare il giusto equilibrio tra fruizione dei territori e salvaguardia dei valori ambientali, storici e culturali: “Laddove si crei un conflitto tra le esigenze di conservazione e quelle della accessibilità, le prime devono avere la priorità” (Antonio Brunori).

OPERE DI INGEGNERIA

Con funzioni di consolidamento, ripristino e protezione del suolo; protezione e barriera; per il trattamento delle acque reflue, ecc. Già con il D.M. del 20 agosto del 1912 “Norme per la preparazione dei progetti di lavori di sistemazioni idraulico-forestali nei bacini montani” si evidenziano i primi riferimenti all’ingegneria naturalistica, imponendo l’uso di materiali vivi e morti oggi ascrivibili a queste tecniche.

RIPRISTINO DI AREE NATURALI

Attraverso azioni di rimboschimento delle grandi aree naturali, in risposta ai grandi temi del cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico, dell’inquinamento ambientale, verso la ricostruzione di equilibri eco-sistemici e a salvaguardia della biodiversità.

VERSO LO SVILUPPO DI EQUILIBRI ECO-SISTEMICI E A SALVAGUARDIA DELLA BIO-DIVERSITÀ

In questa direzione va la Commissione europea (COM UE 236/2019) che definisce le “infrastrutture verdi” come una rete di aree naturali e seminaturali da pianificare, progettare e gestire a livello strategico con altri elementi ambientali, sia in ambito rurale che urbano, per ridefinire un equilibrio eco-sistemico in grado di invertire il preoccupante trend in atto.
In questa direzione vanno i principi recentemente introdotti della “economia verde” dove, in maniera più estesa, la qualità dell’ambiente assume un valore economico; dove vengono misurati  e contrastati i “costi sociali” determinati da interventi impattanti; dove, finalmente, trovano spazio e dignità investimenti orientati a premiare i livelli di sostenibilità dei processi di produzione.